martedì 14 gennaio 2014

VIRTU' E PECCATI di Charlotte Featherstone

VIRTU' E PECCATI è stato il primo romanzo di Charlotte Featherstone che ho letto e candidamente ammetto che mi ha conquistato fin dalle prime battute. L'atmosfera che si respira è piuttosto strana, ma avvincente. Fin dal principio ci viene presenta un personaggio quanto mai singolare, Matthew conte di Wellingford, uomo ambiguo, cinico, spregiudicato. La sua fama di libertino è pessima in un'epoca dove l'ipocrisia regna sovrana. Ci trovimano in piena età Vittoriana dove valori quali la famiglia, la religione, le apparenze contano molto di più della sostanza.

Nella scena iniziale dove lui gira tra un gruppo di aristocratici e cortigiane riflettendo sulla doppia morale della società, si intuisce come lui abbia scelto la cattiva reputazione come difesa al mondo che non condivide.



"Non desiderando essere un ipocrita, viveva la sua vita nel peccato, giorno e notte".


Avevo pensato che fosse povero, vista la brama con cui desiderava vendere il suo quadro per potersi comprare una galleria. Invece scopriamo che il padre ha preso le distanze da questo figlio di cui tutto il paese parla. Dall'altro lato abbiamo la protagonista, Jane, una figlia illegittima che ha deciso di essere una donna libera, in una società dove alle donne si impone solo il ruolo irreprensibile di madri e mogli.

Lei lavora come infermiera in un ospedale del centro. Il medico che affianca è un uomo retto, coscienzioso e che l'ammira. E' evidente che nutre dei sentimenti per lei, oltre l'apparenza. Jane infatti non è particolarmente avvenente. E' più determinata, che bella, più forte e calma, che appariscente. La sua è un'esistenza felice, malgrado il ripudio del padre e la miseria. Lady Blackwood, donna scandalosa solo per essersi ribellata al destino di moglie maltrattata ed aver chiesto il divorzio, l'ha salvata dalla miseria e dalla povertà.
Lei vorrebbe vederla felice e sposata, ma Jane non ci pensa proprio. Questo aspetto del suo carattere mi piace molto. Peccato che nella sua esistenza arrivi Matthew, aggredito durante una delle sue serate.
Tra di loro scatta una di quelle passioni forti, accecanti ed assolute, che è soprattutto una questione di pelle più che di ragione. I due non si conoscono, non si vedono neanche pienamente. Matthew ha gli occhi gonfi per i colpi e lei non sa neanche di che colore sono le sue iridi. Lui non la vede, la sente a tatto e tra loro nasce questo sentimento folle ed irrazionale.

Jane vuole una vita libera ed indipendente, senza un uomo. Non vuole la passione distruttiva che ha rovinato sua madre, eppure si lascia trascinare da quello che prova per Matthew come se non ci fosse via d'uscita.
Matthew disprezza l'innocenza, la trova noiosa, ma con Jane sente di non potersi salvare, di volere da lei ogni cosa, ogni insicurezza, ogni scoperta e stupore. Sembra una di quelle storie folli ed assolute, peccato che duri fino al risveglio, come un sogno. Matthew da appuntamento a Jane fuori dall'ospedale. L'attende con la sua carrozza per portarla con lui. Quando però Jane compare davanti ai suoi occhi (blu come il mare, scopre lei con smarrimento), lui non la riconosce. Non può pensare neanche lontanamente che la sua Jane, che lo ossessiona da settimane, sia questa creatura insignificante e scialba che gli compare davanti.
Lei se ne rende conto ed il dolore è assoluto, violento. Finge di non essere lei, di portagli un messaggio di Jane che disdice l'appuntamento fissato. Lui non può crederci e cerca di scoprire dove abiti.
Ma anche Jane ha fatto una scoperta che la lascia segnata. Quello che credeva il suo Matthew è il lascivo Conte di Wellington, l'uomo con la peggiore reputazione del Regno. Così fugge via, decisa a non rivederlo mai più.

Il destino però ha in serbo un nuovo incontro, in occasione di un fastoso e romantico matrimonio di campagna. I due si rivedono, ma  Matthew è divorato dalla rabbia per essersi sentito abbandonato dalla mitica Jane. Proprio non riesce a rendersi conto della propria cecità e anche se il destino ha deciso che i due debbano rivedersi, lui continua a non capire che la damigella che lui proprio trova odiosa, è la sua amata Jane.
  Il tentativo di lei di nascondere la sua identità dura poco, il tempo di un matrimonio, quello tra Anais e Reaburn. L'astio tra i due si trasforma non appena Matthew scopre che la scialba damigella è in realtà la sua Jane. Tanti piccoli elementi e lui, sgomento, si rende conto che è lei la misteriosa ragazza dell'ospedale.
Il problema però è la personalità stessa del Conte: uomo guasto, come si definisce anche lui, che cerca di allontanare le persone ed il mondo, ma che sta sviluppando un bisogno di Jane che diventa sempre più difficile da gestire. La tenerezza in lui però è in agguato ed è bello anche il rapporto con la sorellina, unico essere umano che lui ama sinceramente e senza conflitto, e che Jane salva.

 Matthew è davvero un uomo ferito, "danneggiato" da una violenza subito durante l'adolescenza. Questo sembra aver fuorviato completamente il ragazzo, trasformandolo nell'uomo furioso, capace solo di ferire.
La presenza di Jane nella sua vita lo confonde perché la parte più profonda di lui vorrebbe amarla, ma allo stesso tempo si sente inadeguato nei confronti di tutto e di tutti. Il padre poi è praticamente il sale sulle ferite. Non solo non si è reso mai conto dei danni subiti dal figlio, ma continua a perseguitarlo e giunge al punto di imporgli di sposare una giovane donna con una notevole dote.
Lui corre da Jane, che è riesce a fargli confessare il suo dolore, il suo segreto più grande ed in qualche modo a ripulire la sua anima a riscattarlo.

Mi aspettavo, chissà perché, che alla fine qualche catastrofe (tipo un mega incendio che spazzava via il padre di Matthew, la terribile matrigna, la neo moglie, dandogli la libertà di sposare Jane), invece l'autrice mi sorprende con un finale meno scontato di quanto sono abituata.
La fine non è affrettata. Attraverso una malinconica carrellata di mesi vediamo Matt sposare l'arpia, avere un bambino Edward e continuare la sua vita in solitudine, confortato solo dalla presenza dei figli.
Jane resiste lontano da lui, decisa a non voler essere un amante, pur consapevole che Matt le offre una vita da "moglie" a tutti gli effetti.
Il ricordo però della sua esistenza come figlia illegittima è troppo forte. Nella bilancia entrano tantissimi elementi. Lei soffre la solitudine, la separazione da un uomo che sa la ama alla follia. Attraversa le varie fasi della sofferenza fino ad assumere la consapevolezza di sé e del proprio valore, della sua indipendenza, la inducono a cedere e a cercare Matt che ancora la sta aspettando.
Nel complesso è un libro che davvero non si dimentica. E' vero che è molto forte nelle scene erotiche tra i due, ma ha anche una profondità non facile da trovare.
La storia di Jane e Matt è in realtà la storia di due anime ferite che cercano in tutti i modi di trovare un loro angolo nel mondo e nel finale riescono a farlo grazie proprio alla vicinanza dell'uno e dell'altra.
E' un libro che assolutamente consiglio.


VOTO: 9


FRASI

Così, non desiderando essere un ipocrita, viveva la sua vita nel peccato, giorno e notte.
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Non c'era voluto molto per Matthew per capire che le donne manipolavano gli uomini con il sesso.
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"Guasto?" rise, "Signora, sono completamente ed inequivocabilmente danneggiato oltre la possibilità di recupero. Non vi molestate nel tentativo di aggiustarmi. Sono assolutamente rovinato e buono solo per la spazzatura".
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Il sorgere del sole. Lui detestava l'alba. Era solo un altro dannato ricordo che un altro giorno interminabilmente lungo si affacciava davanti a lui. Ore ed ore di pigrizia e noia erano la sua penitenza giornaliera.
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"Il Diavolo stesso mi ha cacciato fuori dall'inferno perchè ero un rivale eccessivo per lui. Davvero credi che Dio mi aiuterà?"
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Alla tenera età di sette anni, si era fatta una prima promessa a se stessa..ed era, mai essere una mantenuta. Mai permettere ad un uomo di dettare la tua vita e la tua felicità.
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Sono una creatura dell'oscurità, i cui elementi sono la notte e le ombre. Appartengo al buio con le altre creature peccaminose.
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Avevo bisogno di Jane, non come un'anima guasta che non poteva godere del tocco di un altro essere umano, ma come qualcuno che era un tutto non contaminato.
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Il suo mondo era cambiato, era passato dal grigio al nero nello spazio di un bacio.
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Londra era il posto dove nascondersi quando non volevi essere trovato.
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Nulla durava per una vita intera e tanto meno l'amore per una donna.
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"Guardate dietro l'impudenza e vedrete un uomo completamente diverso".
"E cosa vedrò?" Jane chiese. "Un'anima nera, senza cuore?"
"Un'anima che sanguina, penso".
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"Una volta ho detto a Reaburn che il vero amore è come un fantasma. Tutti ne parlano, ma pochi lo hanno visto".
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Noi abbiamo desiderato di non esporci mai agli occhi indiscreti degli altri. Eppure abbiamo fatto l'impensabile, ci siamo venduti l'un l'altra".
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"Entrambi siamo anime guaste, Jane, segnate dall'oscurità e dal peccato. Entrambi siamo segnati da cicatrici".
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Jane, tu sei la mia confidente, la mia compagna, la mia amica. Sei tutto quello che la parola moglie significa. Nel mio cuore siamo sposati. Nella mia anima sei mia.

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Ti amo, Jane" sussurro. "Ti amerò per l'eternità e, Dio mi maledica, anche oltre".

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