domenica 3 gennaio 2016

PASSIONE GITANA DI BRENDA JOYCE


Il mio rapporto con Brenda Joyce è una storia lunga e alquanto tormentata. Ho scoperto quest'autrice un po' di anni fa, imbattendomi in un romanzo in Italia ancora inedito, IL CONQUISTATORE,  dove il normanno Rolfe de Warenne conquista la sassone Ceidre, dando inizio ad una delle saghe che ho seguito con più interesse, malgrado abbia odiato alcuni personaggi ed amato altri. Si tratta della storia di due grandi famiglie le cui vicende attraversano i secoli, partendo appunto dal medioevo per arrivare all'epoca contemporanea. Per colpa mia (ma anche dell'editoria italiana che non ha pubblicato tutti i volumi) ho diverse lacune, ma ero arrivata tra alti e bassi, fino al sesto volume, ovvero LA SCELTA DI ELEANOR.


I romanzi di Brenda Joyce sono spesso appassionanti, con protagonisti tormentati dalla vita che cercano una pace che trovano nell'amore anche se in principio non sono consapevoli di questa soluzione. L'elemento debole, molto spesso, è la psicologia dei personaggi femminili, che proprio ho difficoltà a seguire. Loro si innamorano ed amano fino a perdere la dignità, o semplicemente pensano che non ci sia spazio per questo quando il sentimento che provano è così travolgente. E spesso finiscono per rincorrere per tutta la storia personaggi reticenti o desiderosi di utilizzarle per loro oscure vendette.


PASSIONE GITANA ha come al solito elementi di questo tipo. Non so se in fondo è quel sangue De Warenne che scorre nelle vene di Ariella a condannarla a questo destino, certo è che dal momento in cui i suoi occhi si posano su Emilian St. Xavier tutte le sue aspirazioni di indipendenza ed autonomia finiscono per essere spazzate via come da un uragano.


Ariella è la figlia di Cliff De Warenne, potentissimo commerciante marittimo, protagonista di un precedente romanzo, LEZIONI DI GALATEO che spero prima o poi di recuperare. Cliff è sposato con Amanda, ma ha avuto Ariella da una relazione precedente con una donna di Algeri, uccisa barbaramente. Cresciuta circondata dall'amore e dall'affetto di una famiglia potente e piuttosto eccentrica, Ariella non pensa all'amore e al matrimonio, preferendo i libri ed i viaggi, fino al giorno in cui sulle proprietà di famiglia non arriva una carovana di zingari e lei incrocia gli occhi con il bellissimo Emil.


La passione tra di loro esplode subito, a prima vista, tanto da preoccupare il potente padre, che però, coerente con il suo modo di vedere le cose, lascia alla figlia molta autonomia. Quello che Ariella non sa in un primo momento, mentre si lascia coinvolgere dalle vicende di Emilian, è che il giovane non è solo un rom, ma anche il Visconte di St. Xavier, vicino di Rose Hill, dove la famiglia De Warenne trascorre alcuni mesi all'anno.


Emilian infatti è frutto di una relazione del vecchio visconte con una donna rom, Raiza. Alla morte della moglie e del suo unico figlio, Edmund ha chiesto a Raiza Emilian per poterlo crescere come erede di Woodland, la sua proprietà in rovina. Cresciuto tra due mondi, Emilian soffre le intolleranze degli aristocratici e sviluppa un odio profondo nei confronti di quelli che lui chiama gadji. Allo stesso tempo si sente inferiore a Ariella, che cerca in tutti i modi di dimostrargli il suo affetto.Eppure la persona più difficile da convincere è proprio Emilian, sempre pronto a lasciarla andare, reputandola una principessa degna di un uomo migliore.


Convinti della stessa cosa sono anche Cliff e Alexi, il fratello maggiore di Ariella e sicuro protagonista di qualche altro romanzo. Eppure i famigliari, pur intervenendo spesso per cercare di proteggerla, finiscono per lasciarle molto spazio tanto che Ariella rinuncerà a tutto, anche alla sua vita da aristocratica per poter seguire Emilian nel suo difficile cammino verso la realizzazione della sua complessa e multiple identità.


Anche se il personaggio di lui è molto ben studiato, ho sofferto del modo in cui Emil tratta spesso Ariella e la sua fiducia assoluta e incrollabile in un uomo che fa di tutto per cacciarla, che la umilia, che le rigetta in faccia tutti i suoi tentativi di avvicinarlo, mi appare davvero troppo calcata ed irrealistica. Come può una donna, cresciuta con una certa consapevolezza di sé e del proprio valore, accettare qualsiasi angheria e continuare a cercare una persona che conosce solo da poche settimane e che continua a ripeterle che non la vuole?


Come al solito i personaggi maschili finiscono per essere più convincenti di quelli femminili nei romanzi della Joyce. Resta comunque una storia appassionante, ben scritta e stranamente senza dialoghi assurdi che esprimono sentimenti, senza però farteli sentire, come solo un buon scrittore è in grado di fare. Comunque storia che merita di essere letta e che stimola la mia curiosità sulle altre storia e gli altri protagonisti che mi sono persa.

VOTO: 6 1/2

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