domenica 24 aprile 2016

LA ESCLAVA BLANCA - SANGUE SULLA RIVA DEL MARE (Cap. 54)


Mi chiedo perché alla fine mi ritrovi a vedere sempre storie di questo tipo, anche se parto con i migliori propositi da commedia allegra, cinepanettoni e romanzi rosa che obbligatoriamente mi regalino il lieto fine. Sicuramente ci sarà una motivazione psicologica, ma mi ponevo questa domanda mentre osservato la 54esima puntata di LA ESCLAVA BLANCA.


La storia è indubbiamente drammatica perché affronta un tema doloroso come quello della schiavitù, ma seguendo i vari personaggi, episodio dopo episodio, alla fine ero arrivata a crederci anche io nella possibilità di una fuga e di una liberazione. Mi dicevo che l'epilogo era alle porte e che forse potevano davvero prendere la nave che li avrebbe condotti lontano.


Ovviamente non è stato così ed il tentativo di fuga è stato interrotto dolorosamente proprio sulla riva di quel mare che avrebbe dovuto permettere a tutti di spiccare il volo verso la libertà. Felipe era l'incaricato di condurre Lorenza sulla spiaggia, dove gli schiavi si stavano radunando, ma percependo di essere seguito da qualcuno (Francisco Granados), sul finale l'avvocato manda da sola la donna e affronta l'uomo che finge di aver avuto un interesse sentimentale, ovvero quello di riprendersi Anna.


In realtà il dado è tratto ed un drappello di uomini loschi spia dalla scogliera la spiaggia sottostante dove alcuni degli schiavi hanno già preso il largo sulle scialuppe che li condurranno al veliero ancorato a poca distanza dalla riva.


Victoria, Milagros, Remedios insieme a tutte le altre persone, sono sulla spiaggia ad incitare gli altri e ad aspettare l'arrivo di Miguel e Tomas. Quando questi due arrivano scoppia l'inferno e la carneficina. Il primo a cadere è Siervos e la sua morte è di quelle terribile e crudeli, proprio ad un passo dalla libertà. La spuma del mare arriva a lavare il suo sangue, rosso come quello di tutti gli altri.,


Granados vuole uccidere Miguel, sicuro che l'umiliazione inflittagli ha avuto lui come carnefice ed artefice. Mentre i due si affrontano e il nostro eroe sembra non avere scampo, a salvarlo sarà Trinidad, l'ambiguo, complicato Trinidad, che aveva aspettato la sua gente nascosto tra la vegetazione.


Dentro di me ho capito che il mio animo è più simile a quello di Victoria che a quello puro di Miguel, perché mentre le mani possenti di Trinidad si stringevano intorno al collo di Granados, mentre Miguel pregava l'amico di non macchiarsi di quel delitto, io aspettavo che i malvagio occhi blu del capitano si chiudessero per liberare chi ancora poteva, per Anna e Felipe, per Miguel e Victoria, per tutti quelli che avevano il diritto alla felicità.


L'eliminazione del nemico e degli altri uomini però non porta alla tanto agognata fuga, in quanto gli uomini del Generale, avvisati di qualcosa di losco, arrivano per sedare la rivolta. Altro sangue versato sulla riva del mare: quello di Jesus, l'affascinante fratello di Manuela, che viene ucciso mentre cerca di bloccare Gabriel, quello di Alonso, intervenuto proprio per salvare quest'ultimo, e quello di Tomas, nuovamente fatto prigioniero.


Mentre Trinidad, Miguel e gli altri schiavi scappano tra i monti, Victoria e Remedios si rendono conto di non poterli seguire, abbandonando così Tomas, e mentre in città arrivano i feriti e Nicolás scopre la fuga degli schiavi, il mio cuore ancora scosso si chiede perché non si riesca proprio a trovare un attimo di respiro in questa storia affascinante, ma dolorosa, drammatica e crudele.

Nessun commento:

Posta un commento