sabato 15 ottobre 2016

QUELLO CHE MI LEGA A TE di Beth Kery (Vol I)


Essendomi imbattuta per caso nel volume QUELLO CHE VOGLIO DI TE di Beth Kery e avendo scoperto solo alla fine della lettura di aver iniziato la storia dall'ultimo libro, mi ero ripromessa di ritrovare questo testo e di comportarmi in maniera "disciplinata"cominciando come è giusto che sia, ovvero dall'inizio di tutto. Ed eccomi qui a commentare una prima parte che onestamente mi ha lasciato alquanto dubbiosa.

Posso onestamente dichiarare che il sadomaso con lei come sottomessa e lui come dominatore mi ha abbastanza scocciato, se posso fare una piccola confessione personale. Ogni volta che lei fa una cosa contro di lui e lui decide di "punirla" con tanto di frustate, dentro di me scatta il desiderio di strappargli il frustino dalle mani e di conciarlo per le feste. Forse la dominatrice sono io e proprio questo atteggiamento di sottomessa mi lascia alquanto perplessa. A parte questo, reputo che il genere (di cui confesso aver letto molto) è davvero complicato da gestire in modo piacevole. Il più delle volte scivola nella noia al cubo e a mio parere neanche in questa saga ci salviamo.

Beth Kery è un'autrice di erotici che ho amato molto, a differenza di altre. SOTTOMESSA AL PIACERE, TOCCO PROIBITO, IL COLORE DEL PIACERE erano storie dove, a parte la fortissima componente erotica, erano ben articolate, piene di romanticismo e di tensione anche narrativa e quindi quando ho affrontato questo nuovo incontro ero piena di buoni propositi.

QUELLO CHE MI LEGA A TE è l'inizio della storia di Francesca e Ian, i due protagonisti dell'ultimo volume. Qui si racconta del loro incontro, quando lei accetta di partecipare alla festa data per la vittoria di un premio da lui dato alla più meritevole di un concorso d'arte.  Francesca è stata un brutto anatroccolo, anche se adesso è ovviamente bellissima (quasi mai questo genere di romanzi ci offre protagoniste scialbe che conquistano l'eroe per la loro interiorità), ma è ancora profondamente insicura sulla sua avvenenza.

Ian è un uomo potente e pericoloso, che trasuda potere e pericolo. È cresciuto con i nonni, aristocratici inglesi, avendo alle spalle un passato turbolento ed i primi dieci anni vissuti con una madre che soffriva di gravi problemi psicologici. Trasferitosi in America, ha creato un mondo ed un impero tutto suo.

I due si piacciono fin dal loro primo incontro, malgrado provengano da realtà molto diverse e la stessa sera lui la conduce a casa sua, non per sedurla, ma per mostrarle la vista spettacolare che vorrebbe che lei dipingesse per un quadro che accoglierà le persone all'ingresso del suo palazzo. Francesca accetta ed i due cominciano a frequentarsi e a provare un'attrazione assoluta.

Lei non è mai stata con nessuno ed Ian la inizierà al sesso e alle gioie del sadomaso e del bondage, mentre lei cercherà di entrare nel cuore dell'uomo, chiusa da tempo e misteriosamente legato ad una clinica in Francia dove si nasconde uno dei segreti più profondi della sua vita.

Il romanzo presenta indubbiamente degli elementi positivi e soprattutto delle scene che mi sono piaciute particolarmente: quella in cui lui le mostra il quadro del "gatto" che rivela come Francesca lo avesse dipinto prima ancora che le loro strade si fossero incrociate, l'estetica e bellissima scena nel museo di Saint-Germaine avvolti dalla luce della luna, sotto lo sguardo compiaciuto di Venere,  e la scoperta della sala piena delle opere da cui lei si era dovuta separare nel corso degli anni.

 A parte queste piccole chicche, il resto della storia presenta una trama alquanto noiosa, con mille scene ripetitive, la famosa stanza delle punizioni (o dei giochi) che è anche descritta in modo confusionario ed impreciso, un protagonista maschile che non condivide con lei praticamente niente dal punto di vista emotivo e che non si capisce proprio come si possa amare.

La Kery sa fare molto di meglio, ma questo romanzo mostra tutti i limiti di un genere che invece era stata in grado di impreziosire in altri volumi. Se avessi letto prima questo libro, sicuramente non sarei arrivata al terzo.

VOTO: 5

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