martedì 10 ottobre 2017

LA RAGAZZA DEI FIORDALISI di Simona Ahrnstedt


Devo confessare che la mia crisi rosa sembra progredire sempre di più e so, grazie alle infinite letture fatte che non dipende dal genere in quanto ci sono storie che mi hanno sinceramente appassionato, divertito, emozionato, che il senso di frustrazione che vari romanzi mi stanno lasciano in questo periodo sono  dovuti ad una sorta di sfiga che mi ha portato uno dopo l'altro a libri che non si discostano dal "carino, niente di che!", per a volte precipitare in assurdità varie.


Ho pensato che dovevo provare con qualcosa di completamente diverso, in qualche modo respirare aria nuova e mi sono imbattuta in quest'autrice, Simona Arhnstedt a cui si deve un romanzo che ho visto in tutte le librerie e su tantissimi blog letterari, ovvero RITRATTO DI DONNA IN CREMESI. Pur non avendolo letto, la mia attenzione si è focalizzata sulla scrittrice definita "la nuova Jane Austen" e per un'amante della letteratura inglese come me una tale definizione non poteva che tentarmi.


LA RAGAZZA DEI FIORDALISI ha una copertina interessante e la trama era accattivante abbastanza per indurmi in tentazione, così ho deciso di comprarlo sperando che l'aria della Svezia, nuovi paesaggi, potessero in qualche modo arricchire un intreccio ormai venutomi a noia.


Siamo nella Svezia del 1349 quando Illiana, la figlia non amata di un ricco signore medievale, viene rapita per errore da uno dei soldati del pericoloso Markus, condottiero al servizio del Re. La ragazza non è la prostituta consenziente che Markus aveva incontrato poco prima in paese e l'uomo se ne rende conto appena la giovane viene condotta al suo cospetto. 


Pur essendo un uomo abituato più alla guerra che alla pace, Markus decide di ricondurre la ragazza presso la sua casa, scortandola personalmente in modo da evitare che possa essere aggredita durante il viaggio. Prima però di essere ricondotta al sicuro, i fratelli della giovane li intercettano lungo il sentiero e fraintendendo la situazione aggrediscono l'uomo che difendendosi uccide uno di loro.


L'intervento del Re e della regina Blanche, arrivati poco dopo, porteranno alla soluzione del conflitto scatenatosi ordinando ai due di riparare al torno con un matrimonio. Markus non è mai stato interessato a mettere su radici, ad avere una moglie e a preoccuparsi per il benessere di qualcun altro, ma la strana attrazione per la ragazza, e soprattutto il desiderio di compiacere il suo signore, lo inducono ad accettare.


Illiana, invece, avrebbe voluto sposare il suo umile pretendente, un contadino dai modi gentili, ma di fronte alle minacce anche fisiche rivoltele dalla sua stessa famiglia, la ragazza alla fine si piega ed accetta il volere della famiglia, acconsentendo a sposare il terribile guerriero che tanto la inquieta. La notte di nozze, malgrado l'attrazione che nutre per lui, si rivela un disastro, e si tratta solo dell'inizio di un lungo viaggio che dovrà condurli prima a corte e poi nel castello di proprietà di Makus e da dove manca ormai da anni.


Ovviamente siamo all'inizio di quello che si trasformerà in un vero e proprio viaggio di scoperta di se stessi e del proprio cuore, mentre una forte attrazione prende piede sempre di più e i nostri eroi combattano tra sospetti, tradimenti, paura di cedere e donare se stessi.


Se da un lato la storia d'amore è preponderante, seguiamo anche la sottostoria di una vendetta, quella di Markus nei confronti dell'uomo che ha ucciso sua madre, sconvolgendo per sempre la sua esistenza. L'azione è marginale rispetto al resto degli ingredienti e onestamente la Ahrnstedt riesce a trasmettere bene l'atmosfera di un'epoca in cui la donna era soprattutto una proprietà che passava dalla famiglia al marito, senza grandi considerazioni romantiche.


L'autrice è anche abile a creare un'atmosfera fortemente erotica, senza essere volgare e questi sono sicuramente dei meriti, ma le vicende restano per lo più scontate, senza grande novità, senza un briciolo dell'ironia di una scrittrice come la Austen, ingabbiati nel solito circolo vizioso di un genere che rischia di essere giudicato (a torto) come estremamente superficiale.


Lo so che molti hanno amato quest'autrice, ma probabilmente avrei dovuto scoprirla con il romanzo precedente, RITRATTO DI DONNA IN CREMESI e le avrei perdonato anche questo volume. Non essendo così, mi ha lasciato un senso di insoddisfazione.

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