domenica 4 marzo 2018

Angelica alla guerra di Anne e Serge Golon - Volume X - Citazioni


ANGELICA ALLA GUERRA

Ascoltate, contadini! —gridò. —Ascoltate...I soldati hanno ucciso l'ultimo dei Plessis-Belliére..all'erede del dominio...È morta la razza. La razza ha perso. L'hanno uccisa. Hanno ucciso il vostro padrone. Ora no avete più un signore...È finita...è finita per sempre.




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Tre essere umani diversi: una donna bella e tragica, un mugnaio taciturno, dai riflessi lenti e strani, un sacerdote cortese, pallido e tenebroso, chiusi nel silenzio delle acque morte.


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Non è infondo la vita una ruota infernale che ti porta da un punto all'altro?

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Angelica gli circondò le spalle con un braccio e ritornarono al castello con un passo lento. «Mi rivolgerò al Re —pensava lei— attraverserò la Grande Galleria, vestita  di nero, davanti agli sguardi divertiti e affascinati dei cortigiani. Mi inginocchierò...Mi consegnerò al Re...Ma poi ti farò restituire i tuoi titolo, la tua eredità. Ho peccato contro di te, figlio mio, volendo salvare la mia libertà di donna. Non c'era via di fuga.


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Sii una luce, Honorine, in questo mondo di tenebre dove sei stata chiamata a vivere. Che i tuoi occhi si aprano a tutto quello che c'è di bello e di buono. ( l'abate Lesdiguire alla figlia di Angelica)


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—...Tu non sei la figlia di nessuno ...La piccola del bosco...solo la piccola del bosco. Capelli rossicci come le foglie d'autunno, pupille nere come la mora degli arbusti. Pelle bianca, perlacea, come la sabbia delle grotte...Sei l'incarnazione dei boschi, un fuoco fatuo, un folletto...niente di più...Non sei figlia di nessuno...Dormi...Dormi in pace...


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Rivivere....Perché rivivere? Non m'importa farlo. Angelica gridava, patetica, con le mani intorno alla gola, come se si asfissiasse.—Che volete che me ne faccia della vita? La disprezzo, la odio...Mi ha tolto tutto. Ha fatto di me una donna che...Si...è vero...mi fa paura. Rotta...».Angelica si lasciò cadere sullo sgabello.  —No  potete capire, ma morire di buon grado.


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—Non è altro che il riflesso della fatica, ma il desiderio di morire, il sapore della morte, ce l'ha solo chi ha trionfato nella sua vita, lunga o corta. Sono quelli che hanno vissuto che desideravano vivere.  È il canto del vecchio Simeón: «I miei occhi hanno contemplato il Redentore del mondo ed ora solo mi resta dormire ».  Invece un individuo che non si è realizzato, che gira intorno al suo obiettivo, che ha conosciuto solo il fallimento, non può desiderare la morte. L'oblio ed il sonno, sì...Fatica di vivere? Questa non è la morte. La morte è il tesoro che Dio consegna per la nostra esistenza, una promessa ineffabile.(L'abate di Nieul ad Angelica)


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Beh figlia mia, ricordatevi qualcosa di tutto quello che vi racconto. Succeda quello che succeda, si soffra quello che si soffra, la vita è come un ragno, ritorna ad annodare i fili rotti, più in fretta di quello che si crede e non è possibile impedirlo.(la vecchia Rebecca)


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I bambini hanno bisogno di tenerezza per crescere, Mastro Gabriel, come i fiori hanno bisogno dell'acqua.(Angelica)


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Sei rossa, ma bella, figlia mia...Che tu lo voglia o no, sono io che ti ho portato al mondo. E, soprattutto, sei qui. Sei unita a me dallo stesso orrore che sentivo nelle mie viscere, per la complicità delle nostre due debolezze, lottando per essere strappate ai nostri due destini mostruosi e implacabili, i nostri destini ciechi che hanno voluto che fossimo madre e figlia, cuore mio!



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 Tra quel periodo e il presente c'era stata la notte di  Plessis. Poco a poco, si era recuperata ed era andata avanti. La vita aveva fatto crescere i suoi rami, ma di una cosa non si sarebbe mai curata. Non esisteva uomo capace di ottenere da lei questo miracolo, ovvero quello di resuscitare l'antica allegria dell'amore, l'impulso caldo del suo corpo verso un altro corpo, l'esplosione misteriosa del piacere, l'incanto della sua debolezza. «Ci sarebbe bisogno di un mago», pensò Angelica all'improvviso.


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C'è un dolore più amaro di portare nel fondo del cuore il carico tragico di un figlio perduto? Dove sei, carne della mia carne? Dove vai, con le braccia distese, come un cieco, attraverso il mondo sconosciuto dove ti ho lanciato? Come ti riconoscerò dopo la morte? Avrò almeno il diritto di conoscerti nell'altro mondo, io, tua madre che ti ho abbandonato?(Angelica pensando alla figlia abbandonata)



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Desgrez  si fermò sulla soglia e prese Angelica nelle sue braccia, in quel modo irresistibile e disinvolto che paralizzava ogni resistenza.«Vi amo», disse. «Adesso posso dirvelo, visto che non ha più importanza».



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Dite al vostro capo, il Rescator, che sono....la donna che ha comprato a Candía  per trentacinque mila piastre, quattro anni fa...la notte dell'incendio.


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Il Rescator era lì.  —Alla fine siete arrivata. L'ultima...naturalmente! Siete una donna impossibile!Angelica avrebbe giurato che, sotto la maschera, l'altro ridesse.


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Per quale altro fenomeno la marchesa di  Plessis-Belliére, perché credo che utilizzavate questo titolo quando vi comprai, all'improvviso si interessa al destino di un pugno di pallidi protestanti? Avete dei parenti tra di loro? Un amante? Anche se la cosa non mi sembra degna di un'antica odalisca... o meglio, chi lo sa... avete forse scelto tra gli eretici il vostro nuovo sposo? Perché mi sembra di ricordare che abbiate la reputazione di consumarne in grande quantità.La sua ironia malevola sembrava nascondere un'aspra curiosità. —Nulla di tutto questo — rispose Angelica.(Il Rescator e Angelica)


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Il Rescator rideva e la stringeva contro di sé, come se l'amasse, lei, la schiava comprata a Candia, con un amore fiero e trasformato in qualcosa di più esigente per le offese e le difficoltà che lei aveva creato.

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